Inventarium: Geografia


Atlante delle Città e dei Luoghi metafisici

Atlante delle Città e dei Luoghi metafisici

Dilapidurbia

Avida assai nel non tenere, di labilità industriosa e filosofica ingordigia, ciò di cui è feconda senza tregua piange giù. Fluttuante nell’aria e nei modi, ha lo scialacquio per prima legge, un responsabile disperdere; solo se invisibile il risparmio è tollerato. Va rigurgitata via la cosa, se troppo a lungo se ne sta intatta. Saziata la vile necessità, meno vile è il cittadino sprecando, ed è noto e onorato, lassù, che tutto va giù senza fine, ai posti degli altri. Pertanto, giammai la città vivrebbe di scopi; ancor prima di crearli li dissipa e riversa.

Dario Carere, Dilapidurbia, 2021, illustrazione digitale.

Zerosfera

Da żèro agg. e s. m. [dal lat. mediev. zèphyrum, adattam. (Leonardo Fibonacci nel Liber abbaci, 1202) dell’arabo ṣifr «nulla, zero», calco del sanscr. śūnyá «vuoto» e poi «zero» / e da /sfèra s. f. [dal lat. sphaera, gr. σϕαῖρα «palla da gioco, sfera»]

  • La condizione dentro cui si muove una particolare poetica o atteggiamento estetico-filosofico più strettamente legata al tentativo di azzerare una prospettiva centrale del pensiero e dello spazio (ved. anche: Maurice Marleau-Ponty); si definisce e manifesta attraverso la distruzione dei dettami di una gerarchia basata sul pensiero prospettico-ordinato – suoi esiti riescono a trasferire i termini di evanescenza e relatività che ne derivano, e che permeano la nostra realtà, a livelli elevati, vicini alla condizione del sublime – Neo-Sublime o Assoluto Contemporaneo.
  • Luogo immaginario costituito da un vuoto denso // Architettura mentale atta a rappresentare i valori estetici dello Zero – Assenza di quantità, privazione di valore, elemento che, se pur astratto, affiancato ad altri significanti definisce la posizione di un significato predeterminato in una scala di valori, oppure ne definisce la posizione in una griglia geometrica di percorsi visivi. // Luogo del nulla e contemporaneamente dell’infinito (come affermato nel 628 d.C. dall’astronomo e matematico Brahmagupta, il nulla ha trovato un simbolo che lo esprime, che a sua volta assume il rango di una cifra con la quale fare calcoli. “E dividendo qualsiasi altro numero per zero – afferma ancora Brahmagupta – si ottiene l’infinito”). // Ambiente interiore fluido, permeato da uno “spirito sottile” che riempie di sé l’intero universo.
  • Ambiente a grado zero: il più possibile vuoto, una pura cassa di risonanza, nel quale l’assenza dell’umano diventa fondamentale. // Generatore di una tensione dal duplice aspetto; da un lato è la metafora di una sparizione, un naufragio dentro le violenze sociali ed economiche del “qui ed ora” e del “tutto e subito” che hanno disintegrato la necessità di un linguaggio poetico delle cose; dall’altro lato si dichiara una propensione all’eternità e ad un tempo infinito e concatenato. – L’urgenza dell’opera come, di nuovo e ancora, spazio della “trascendenza”.

◆ Declinazione: Zero Environment // Opera d’arte o espressione estetica come luogo neutro, privo d’impronta umana / come sfondo o contenitore-contenuto di un certo epifenomeno visivo successivo o conseguente all’idea creatrice. (“Environment”; e cioè di un concetto estensivo di luogo di relazioni specifiche, di ambiente in senso lato, generalistico, che ha bisogno dell’affiancamento di un aggettivo ulteriore per acquisire una sua propria specificità – natural, economic, urban, ecc.)

◆ A. Form. Zerosphere

Aqua Aura, dalla serie Landscape > Scintillation, stampa digitale su carta cotone Hahnemühle FineArt montata su alluminio: Dissolving Landscape (2015). Warped Passage (2015), Nocturnal Passage (2018), Capsule (2019).


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